Quanti tasti deve avere il controller?
Esistono modelli a 25, 32, 37, 49, 61 e 88 tasti.
Se ti interessa la massima portabilità, per poter comporre “on the road”, o se vuoi qualcosa che occupi poco spazio in studio ma ti garantisca comunque uno “smanettamento” veloce e completo del tuo programma o dei tuoi plugin, le versioni che vanno dai 25 a 37 tasti possono andare bene.
Se sei un compositore di tracce orchestrali, colonne sonore o un performer abituato all’estensione di un vero piano, probabilmente dovresti prendere in considerazioni le tastiere con 61/88 tasti.
Una tastiera MIDI USB con 49 tasti può essere invece un buon compromesso, di spazio e portabilità, per chi desidera suonare a 2 mani e può rinunciare al lusso di ottave addizionali. In questo caso, se hai bisogno di spostare le ottave su cui stai suonando, può bastare la pressione di un tasto o di un pedale.
Personalmente, essendo per me la portabilità un fattore importante, ho preferito costruire un setup basato su due controller MIDI leggerissimi: uno ultra compatto, con tasti mini, a 2 ottave per le parti di basso e uno a 3 ottave con tasti grandi per le parti di sintetizzatore.
Che tipo di tasti preferisci?
A seconda del device, puoi trovare keyboard di dimensione mini (a cui bisogna fare l’abitudine, ma sono leggerissime e ultra-portatili) o normali.
I tasti possono essere poi di tipo synth-action, semi-pesati o pesati, ed essere dotate o meno di aftertouch.
Synth-Action
tipicamente in plastica, vengono utilizzate molle, invece di pesi, per far ritornare i tasti nella loro posizione iniziale. Il feel è più leggero e le esecuzioni più facilitate, perchè la resistenza al tocco è molto molto minore in confronto a quella di un pianoforte. Possono andare benissimo e anzi possono essere preferibili in tante circostanze per controllare i sintetizzatori o suonare determinati generi musicali.
Tasti semi-pesati (semi-weighted)
Contengono pesi leggeri attaccati a ciascun tasto che si combinano con il meccanismo a molla usato nelle keyboard Synth-Action.
La resistenza alla pressione diviene quindi moderata, con i tasti che ritornano più lentamente alla posizione iniziale (superiore) rispetto a quelli Synth-Action. Ottimi per chi non necessita (o non vuole) la resistenza di una tastiera pesata.
Tasti pesati (weighted)
Richiedono l’esercizo di una forza pari a quella necessaria per suonare un pianoforte.
Aftertouch:
Alcune tastiere sono in grado di inviare un dato MIDI (che può essere relativo a vibrato/volume/modulazione o altri parametri) quando viene applicata una pressione dopo che un tasto è stato premuto, mentre questo viene tenuto giù.
Utile per aggiungere espressività timbrica a una performance.
La portabilità è importante per te?
Se devi spostarti molto, ad esempio per andare in altri studi o suonare dal vivo, oltre alla lunghezza in ottave puoi valutare il peso e, nel caso utilizzi un iPad come modulo sonoro, se il controller non ha bisogno di hub alimentato.
Qual è il tuo budget?
Probabilmente una delle domande più importanti. Sono disponibili differenti opzioni per ogni fascia di prezzo – a partire da meno di 100 euro e con alcuni modelli, come quelli della Native Instrument che vengono venduti in bundle con i loro popolarissimi plugin, che possono superare i 600 euro.
Hai necessità di registrare parti percussive?
In questo caso, considera che molte tastiere includono 8-16 o anche più drum pad velocity-sensitive che possono inviare messaggi MIDI per suonare percussioni (ma anche per lanciare sequenze o attivare sessioni sul tuo sequencer).
Vuoi controllare effetti e mandate, parametri dei synth virtuali (come risonanza/cutoff/modulation rate), livelli del mixer del software?
Se la risposta è affermativa, devi valutare se il controller dispone di wheel o strisce capacitive per pitch bend e modulazione, pulsanti, fader, potenziometri. Ognuno di questi controlli aggiunge tantissime possibilità alle performance – e garantisce tantissimo divertimento e soddisfazione creativa!
Il software incluso con la tastiera è importante per te?
Alcuni dei modelli elencati includono in bundle programmi per iniziare subito a fare musica (normalmente sono versioni lite, ossia semplificate, dei maggiori sequencer) e sintetizzatori VST.
Fatta questa introduzione, ecco un elenco di modelli da prendere in considerazione presenti sul mercato nel 2016.
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